mercoledì 5 gennaio 2011

Solennità dell'Epifania

Liturgia della Parola: Isaia (60, 1-6); Lettera di S.Paolo agli Efesini (3,2-3a.5-6); Vangelo secondo Matteo (2, 1-12).
La Liturgia della Parola di oggi ci offre un'ulteriore "sprazzo" di luce. Il profeta Isaia "canta" questa luce che viene, secondo le sue intuizioni, da Dio. Isaia crede in un Dio che dà la possibilità di vedere oltre il presente, oltre le apparenze. Il popolo di Israele, che ha il "vizio" di perdersi, di vagare nel buio ha bisogno di questa luce per rimettersi in carreggiata. Si sente il bisogno di tornare in patria dall'esilio, fatto estremamente normale, ma è molto bello come i profeti associno spesso questo fatto ad un bisogno più profondo dal quale neanche si può prescindere. Il ritorno in sè. Cioè quel viaggio che ognuno di noi deve fare, ogni tanto, verso il profondo del cuore per capire. Capire chi siamo, perchè siamo e soprattutto, cosa saremo. Ecco il grande vantaggio di avere chi rischiara le profondità del nostro cuore e ci consente di capire molto, non certamente tutto, ma ciò che ci può bastare per riprendere il cammino con un cuore "rinato" ad una speranza e ad una fede nuove. Questa luce per noi è colui che è nato: Cristo Signore. Questa luce si diffonde nel mondo attraverso il Vangelo, attraverso i Sacramenti, e Dio voglia, anche attraverso la nostra vita. Il profeta invita il popolo di Israele ad essere luce per gli altri popoli. La Chiesa invita noi, oggi ad essere, come popolo di battezzati, coloro che nel mondo portano e diffondono Cristo nostra luce attraverso il Suo Vangelo. Di tutto ciò ne è cosciente anche l'apostolo Paolo, anche lui grande viaggiatore prima che verso il mondo verso se stesso, anche lui "colpito" da una luce accecante, che gli ha però aperto gli occhi del cuore divenendo così l'Apostolo delle genti. Paolo capisce, come ci rivela nella seconda lettura, che è stato reso partecipe di un mistero di vita, non solo per sè stesso ma per dire anche ai "Gentili" la "Buona Notizia": anche per voi è la luce, anche per voi è la salvezza, anche per voi è la gloria. Io ho il dovere di comunicarvelo, e voi avete il diritto di venirne a conoscenza. Il Signore ci renda a ciascuno di noi uno spirito da "Magi", da cercatori della luce cioè. Se non l'abbiamo ancora incontrata ci metta sulla strada i profeti di oggi, se già l'abbiamo trovata allora i profeti di oggi siamo noi, ci aiuti a svolgere la nostra missione, secondo la sua volontà.
don Vittorio

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