Il Vangelo della Beatitudini, va al cuore della nostra fede, il Signore Gesù ci chiede di confrontare la nostra vita con la proposta che Lui fà. Una proposta certamente singolare, perchè ha delle "sfumature" difficili da comprendere: "Beati gli afflitti, beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, beati i perseguitati a causa della giustizia", come si può ottenere questa condizione, la beatitudine nei casi citati? E come si fa a fare esperienza della beatitudine che viene dall'essere capaci di usare misericordia e amore verso tutti? Credo che solo la fede in Lui ci può mettere nella condizione di capire questo. Del resto, anche gli Apostoli, lo hanno capito bene dopo l'esperienza della resurrezione e soprattutto dopo quella della Pentecoste. Dobbiamo allora ricorrere anche noi alla fede e alla potenza dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto per entrare in comunione con il Maestro. Del resto Gesù di fronte alle folle si comporta da "vero" Maestro: il suo discorso non è impositivo ma propositivo, segnando così uno stacco netto tra ciò che era la Legge di Mosè e la proposta da Lui portata; le sue affermazioni sono inerenti a fatti di vita quotidiana, non semplici astrazioni; Lui le mette in pratica in prima persona, rendendosi così autorevole in ciò che dice. Ma esiste una chiave per cominciare a vivere seriamente secondo quanto Gesù qui afferma? Io credo di individuarla nella beatitudine dei poveri in spirito e in quella dei puri di cuore. Per il fatto che occorre mantenere la giusta mansuetudine verso Dio, considerandolo Signore anche quando le cose non vanno come noi vorremmo; e poi occorre mantenere il cuore pulito da tutti quei sentimenti o situazioni che si frappongono fra noi e Dio e non ci lasciano in comunione con Lui. Credo che in questo modo il cammino sulla via dei beati possa divenire una realtà anche nella nostra vita nell'attesa di poter godere definitivamente questa dimensione nella vita eterna. E' il Padre celeste, che ama follemente i suoi figli, che ci chiede di intraprendere questo cammino, non solo per la sua gloria ma soprattutto per la nostra beatitudine. O ci fidiamo, o lasciamo perdere.
don Vittorio