giovedì 3 febbraio 2011

LA CHIESA DEI POVERI (1)


Più che mai le nostre conversazioni girano attorno alla crisi economica che stiamo vivendo. Diventa quasi spontaneo che, nel cercare di fare un’analisi  della situazione, si concluda facendo degli esempi di povertà che conosciamo e di tanti altri, che con sorpresa scopriamo stanno vivendo momenti di grave disagio. Certamente vengono anche elencati i “furbi” o coloro che della pseudo-povertà hanno fatto una professione.

Ma fare ora una riflessione su quest’argomento,   ci deve portare a domandarci, come comunità cristiana:   i poveri sono evangelizzati? 

Senza fare uno sforzo di sincerità e di umiltà non potremo giungere a conclusione. Credo di poter dire, con sofferenza, che la Chiesa è in debito con i poveri; che non sempre è stata accanto ad essi; che non sempre ha solidarizzato con loro; che alle volte ha lottato dal lato opposto.

Bisogna riconoscere la nostra mancanza di fedeltà alla causa dei poveri. Così, come per altre ragioni fece Giovanni Paolo II chiedendo perdono, dobbiamo anche noi accettare l’incoerenza del nostro parlare, così diverso del nostro fare, iniziando dalle più alte gerarchie e finendo con il più umile dei cristiani.

Cosa intendiamo per Chiesa dei poveri?

Mi sembra si possa rispondere dicendo che si tratta di una Chiesa senza differenze. Nessuna differenza tra i fedeli nè per ragioni di potere economico, politico o sociale, e se ci dovesse esserci alcuna differenza… sia sempre a favore dei più poveri, a favore di coloro che sono esclusi dalla società.

Una Chiesa di fratelli nella quale tutti siamo al servizio di tutti. Una Chiesa dove non si riconosca un’altra autorità che quella del servizio austero, sacrificato e costante; dove l’unica dignità sia quella della filiazione divina (tutti partecipiamo ad essa gratuitamente per opera di Gesù Cristo Salvatore). 

E' triste vedere come ci siamo appropriati di titoli come "padre", "maestro", "pastore" e abbiamo usato titoli onorifici che non vanno bene per un servitore. Ma è più triste ancora vedere come abbiamo "governato" con delle leggi come fanno i governanti del mondo, abbiamo fatto della nostra Chiesa una piramide (tutto va da sopra a sotto) e i fedeli ascoltano e ubbidiscono. Così è difficile parlare di fraternità e soprattutto di fraternità con i poveri.
                                                                          don Angelo

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