sabato 26 febbraio 2011

Il razzismo (1)




In questo nostro ambiente e con una presenza, direi massiva, di fratelli provenienti di tanti  paesi, quindi razze e culture diverse, con facilità si manifestano situazioni di razzismo che dovrebbero farci riflettere. Propongo degli spunti per meditare.

Sotto il termine "razzismo" si racchiude una vasta gamma di atteggiamenti umani, che è difficile definire in sintesi ed esauistivamente.

Tentando una definizione potremmo dire che Razzismo è avversità, odio, desiderio di distruggere chi per cultura, per razza, per posizione sociale si dimostra diverso. Questo atteggiamento è dettato da un senso di paura incoscia che il diverso possa turbare, sconvolgere o in qualche modo, sovvertire il proprio modo di vivere, le proprie certezze, qualche volta anche il proprio Credo religioso.

Analiziamo il fenomeno.

Quanto più le popolazioni sono in movimento e si verificano spostamenti, anche massicci, di persone, tanto più vivi sembrano farsi i contrasti, più dure diventano le incomprenssioni, più mortali le indifferenze, le discriminazioni, gli odi a sfondo etnico e razziale.

Cresce in maniera impressionante e inquitante il numero delle persone che desiderano essere non disturbate. Di fronte a questo dilagare di atteggiamenti sempre più individualistici, sarebbe assurdo pensare di reagire con moralismi; si tratta invece di capire. Alla base di tutto il fenomeno c'è infatti la sovrappopolazione.

In un mondo già sovrappopolato e nel quale le ricchezze sono mal distribuite si vive male e prende corpo la paura che il pane non sia sufficiente per tutti. Si diffonde l'idea della scarsità, che sembra giustificare gli egoismi più sordidi. La grettezza viene scambiata per buon senso e scattano meccanismi di difesa che diventano offensivi e si manifestano in aggressività gratuita e ingiustificata sia nei singoli che nei gruppi e nelle classe sociali.

La tradizione culturale euro-occidentale non è l'unica esistente, ma è solo una delle tradizioni esistenti nel mondo. Per troppo tempo però essa è stata spacciata per l'unica forma di pensiero e l'unica forma di civiltà del mondo.

Il primo passo da fare per giungere ad una trattativa per una convivenza non conflittuale tra culture, è proprio questa presa di conscienza. E' necessario accettare che la propria cultura non è l'unica, che ne esistono altre sul pianeta terra. D. Angelo  (continuerà)

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